VIGNETI IN COLLINA

L’autentica viticoltura d’eccellenza si svolge solo in collina.

Lo avevano capito già i Romani che in queste nostre terre privilegiavano piantare le viti a una certa altitudine. Proprio le antiche centuriazioni romane dimostrano che questi luoghi erano già coltivati nel IV secolo a.C. con appartenenza alla neonata Forum Iulii, Cividale. L’aveva fondata Giulio Cesare, ponendola come riferimento di un vasto territorio da lui offerto ai veterani del suo esercito, che si ritiravano in campagna una volta conclusa la vita militare.

Così è nata la viticoltura in queste terre, con allevamenti a spalliera che i Romani avevano adottato, superando la primissima viticoltura, quella delle alberate, che vedeva le viti arrampicarsi su tutori vivi ossia gli alberi. Da allora tutto è continuato nei secoli. Fino a giungere alla dominazione veneziana che ci ha portato, dal Cinquecento, lo storico modello del ronco: una collina vitata, alberi da frutto e, sulla cima, la cantina e la casa padronale con l’orto e il giardino.

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Vista sul colle di Ruttars

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I colli Italo-Sloveni

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Inverno a Gramogliano

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Vigneti in collina

GRAMOGLIANO

Siamo in un vero e proprio cru classè, e siamo convinti che questo microterritorio merita di far emergere la sua precisa identità.

Gramogliano è una sorta di enclave enoica nata dalla fortunata miscelazione di geologia, geografia, storia, agricoltura e sensibilità. Gramogliano può e deve esprimere i suoi vini. Siamo orgogliosi di abitare e lavorare qui, dove il tempo non ha cambiato la fisionomia secolare delle colline e i loro suoli. Noi lavoriamo per conservarli e tradurli nel bicchiere.

I nostri vigneti si appoggiano ai fianchi del ronco, la cantina sta sulla cima, espandendosi sottoterra, per beneficiare delle temperature costanti e per evitare eccessi nel consumo di suolo. Sono 12 ettari vitati a cui se ne aggiungono 3 di bosco, importante porzione per la tutela degli ecosistemi.

Il suolo è composto da marne miste ad argilla: la ponca, distribuita su diversi strati. L’altitudine è di 100 metri, l’esposizione da Est a Sud Est, con irraggiamento ideale. Coltiviamo qui quei vitigni che appartengono alla storia della viticoltura in Friuli e conserviamo, ove possibile, le vigne storiche come quella di merlot impiantata nel 1960.

C’è poi lo chardonnay del 1996, una porzione di ribolla del 1991. La nostra ribolla è figlia di quelle stesse vigne dalle quali, tramite selezione massale, è nato uno dei cloni che hanno fatto la fortuna della Ribolla in Friuli e che viene proprio da questi vigneti in Gramogliano.

Nel 2007 abbiamo realizzato tre diverse selezioni massali per il tocai friulano. Ospitiamo con onore lo storico autoctono di queste terre orientali: il pignolo. Ultimo arrivato, il riesling renano, una varietà portata in Friuli dagli Asburgo e poi via via quasi scomparsa.

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Vista dai vigneti di Prepotto

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I germogli

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Vista aerea del vigneto di Prepotto, con la sua distintiva disposizione simmetrica

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Vigneti in collina

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La Ponca

PREPOTTO

Nel cuore pulsante dei Colli Orientali del Friuli abbiamo acquisito nel 2018 un vigneto storico di 5 ettari. Nostra la scelta di mantenere gli impianti, laddove sia stato possibile. È un vigneto che abbraccia l’intera collina: suolo argilloso su cui, in scarpata, affiorano ricche schiene di ponca, terra baciata per la vite. Il sole illumina le viti durante tutto il giorno, la discreta altitudine e una leggera ventilazione ne migliorano l’habitat. È un luogo eletto per la viticoltura che si esprime nelle varietà qui acclimatate da un secolo abbondante come merlot, picolit, tocai e l’astro locale, lo schioppettino alias ribolla nera. Tante varietà, così come lo storico vigneto friulano ha sempre previsto: una molteplicità a garanzia di un equilibrio vegetativo e produttivo. Coerentemente, a fine 2021, abbiamo impiantato un nuovo vigneto di schioppettino, varietà autoctona d’eccellenza nella sottozona Prepotto. Lo curiamo e ne attendiamo con trepidazione i risultati.